TerrArte

By isabella • Terra Cruda • 5 ago 2012


Tra le frasi che più frequentemente ricordo, una  accompagna spesso le mie giornate.  “…osservate….per saper disegnare è necessario imparare ad osservare. Se posate il vostro sguardo su di una foglia, trascorso un istante, non sarà più la stessa…” Sono le parole del mio insegnante di Figura del liceo. Hanno risvegliato in me curiosità e po
rtato consapevolezza di un sentire che in qualche modo stavo scoprendo attraverso l’azione del disegnare, un concetto che conoscevo ma non riuscivo ad afferrare e definire. Nello scorrere del tempo la luce cambia, così il colore della foglia può assumere infinite gamme di verde, l’aria può generare uno spostamento o una leggera polvere posarsi sulla sua superficie opacizzandola. Osservare è andare oltre l’immagine raccolta dall’occhio fisico, è estendere la percezione della conoscenza e porsi come ricettori di messaggi che ci informano sulla natura di un elemento. “Osservare dall’interno”. Un esercizio diventato per me un ritoTutto ciò che osserviamo è movimento, tutta la conoscenza si basa sul movimento, sul moto. Osservare è il tempo in cui ci troviamo, il presente. Le Corbusier parlava di ” darsi appassionatamente allo studio delle ragioni delle cose”. Cogliere le sfumature più interessanti e bizzarre di elementi, cose, forme della natura a volte apparentemente insignificanti permette di comprenderle, e comprenderle ci pone in diretta relazione con quei processi che regolano l’equilibrio dell’Universo. Noi non siamo isolati rispetto a questi processi. Con questa attenzione ho messo mani nella terra proiettando forme, storie, linguaggi, emozioni, ritmi, visioni, sogni che fanno parte di queste piccole magie quotidiane. Come in ogni percorso, ricerca e sperimentazione diventano passaggi necessari, permettono di affinare e consolidare l’azione del proprio operato. Approfondire quegli aspetti che ci risuonano, risveglia la nostra vera essenza e presuppone una vita nell’evoluzione. L’evoluzione non ha fine.

“…io vorrei che gli architetti, e non solo gli studenti, prendessero la matita per disegnare una pianta, una foglia, esprimere lo spirito di un albero, l’armonia di una conchiglia, la formazione delle nuvole, il gioco così ricco delle onde che si distendono sulla sabbia e per scoprire le espressioni successive di una forza interna. Che la mano si appassioni a questa indagine intima”. _Le Corbusier, 1936_

spirale

Simbolo antico che racchiude il concetto di espansione, sviluppo e crescita.  Il movimento a spirale è la caratteristica di ogni forza creativa nell’universo: dalle forme primordiali di vita alle galassie, fino alla muscolatura del nostro cuore. E’ stato uno dei primi simboli con cui mi sono confrontata, marcando concretamente la mia necessità di ricerca e aprendo la porta dell’esplorazione.

 

trame 

Sono segni che compongono un tessuto. Decorazioni che esplorano la modulazione delle superfici. Linguaggio che parla delle trame della materia come immagine di uno spazio spesso rilevato dalla rotazione della luce. 

 richiami dal deserto

Spazi interiori e spazi esteriori si condizionano a vicenda. L’esperienza del deserto è l’esperienza del vuoto. Contemplare l’illimitato distendersi del deserto trascina in un misterioso silenzio tra sogno e realtà.

 

 tessuti di terra

Sono affascinata dagli incroci, da ciò che nasce dagli intrecci, dall’incontro tra più fili, dai disegni in cui il “ritmo” è definito dalla ripetizione di geometrie fino alla loro improvvisa deformazione. Tessuti di terra:  traforati, percorsi da linee in rilievo che variano, si frammentano, si raggruppano arricciandosi. La creatività ci invita ad abbandonare la nostra parte razionale, la potenzialità espressiva è data anche dal coraggio e dalla capacità di farsi guidare dall’intuizione.